lunedì 12 marzo 2018

Nel ricordo di Angelo Mancia, 12 Marzo 1980

E' MORTO UN CAMERATA, NE RINASCONO ALTRI CENTO

di Marco Tuccillo (Defend Italia)


(Nel ricordo di Angelo Mancia, 12 Marzo 1980)

12 Marzo 1980, gli anni di piombo erano quasi finiti, anni fatti di scontri di piazza, piombo e sangue versato da troppi giovani. 

Erano tempi in cui le sezioni dei "fascisti" erano più "vuote" del solito, attaccare semplici manifesti era diventato impossibile e parlare, nelle scuole o nelle università, era una condanna se non la si pensava a  sinistra. 

Erano gli anni in cui uccidere un fascista non era reato e tale legge valeva anche per l'omicidio di Angelo Mancia, in quanto tutt'ora oggi non risulta nessun assassino, un crimine del tutto impunito.

Angelo Mancia era il segretario dell'attivissima sezione del Movimento Sociale Italiano di Talenti in via Martini, zona dove abitava in Federigo Tozzi 10. 

Angelo era conosciuto a Roma, soprattutto per il suo carattere stroverso e allegro, tratti che lo contraddistingueranno fino alla morte.

Aveva molte passioni, come la moto oppure la musica, fino alla pescasubacquea ma soprattutto la politica, che colmava gran parte delle sue giornate come moltissimi missini durante quegli anni. 

Un giorno, all'improvviso tutto cambiò per Angelo, dei terroristi della Volante Rossa lo attendevano sotto casa, quartiere Talenti, a  bordo di un pulmino parcheggiato nei pressi.

Angelo si avvicinò al motorino per andare a lavorare, verso le otto e mezza, i  terroristi gli spararono. 

Il tentativo di fuga di Angelo, purtroppo, risultò vano perché un proiettile lo raggiunse alla nuca. 

Angelo Mancia, fu l'ennesima vittima di un odio rosso talmente profondo da nonc onoscere mezze misure, dove la brutale violenza arrivò a colpire tutti quei ragazzi ritenuti fascisti, giustificandone l'atto considerandolo un "atto di liberazione".

Citando una nota canzone dei 270 Bis: "Noi siamo ancora qui per ricordare e noi siamo ancora qui per chi vuol dimenticare... per mille anni...".